lunedì 26 gennaio 2015

Da "Ombre al confine" - Per non dimenticare


[...] Dopo mesi di emergenza umanitaria, nell'autunno del 1939, la Riviera di Ponente era finalmente tornata alla normalità. Di lì a poco avrebbero fatto ritorno a casa i pescatori che avevano trascorso sei mesi nelle carceri francesi: furono i soli a pagare per gli errori commessi.
I segni esteriori ed interiori lasciati dal trattamento poco amichevole loro riservato dai carcerieri francesi, a cui si univa il rinnovato disprezzo della autorità di polizia italiane, convinsero i più ad archiviare quanto più rapidamente possibile questa pagina. Per decenni i pescatori si chiusero in un comprensibile mutismo e quando, dopo molti anni, fu chiesto loro di riaprire quella pagina, liquidarono l'argomento rispondendo che si era trattato di un "incontro tra due disperazioni". 
[...] Dopo l'emanazione delle leggi razziali, manifestare solidarietà o aiutare anche nascostamente gli ebrei - principali componenti di un fenomeno meglio noto come pietismo - fu considerato alla stregua di un reato e venne duramente combattuto dal regime.
Non pochi furono i fascisti sorpresi nell'atto di aiutare gli ebrei: con una decisione esemplare furono immediatamente espulsi dal partito ed esposti al pubblico disprezzo.
Il pietismo presentò in Riviera le caratteristiche di un virus che, con il passare dei mesi, divenne così contagioso da generare un fenomeno di diemnsioni talmente ampie da apparire quasi incontrollabile. [...]


Paolo Veziano, Ombre al confine. L'espatrio clandestino degli ebrei stranieri dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940, Fusta editore, Saluzzo (Cn), 2014, pag 211 e segg.


1 commento:

Gian Paolo ha detto...

Brava Pia e bravo Paolo per aver dato voce a «cose di cui era meglio non parlare» e che sarebbero cadute nell’oblio, nonostante l’attualità.