domenica 1 dicembre 2013

I Liguri


"I Liguri stanno affacciati al mare dal davanzale dei loro monti, e han voci strascicate unte d'olio, parlano come se avessero la bocca piene di sardine all'olio.
Storcon la bocca, parlando, e questo e forse questo viene per la ragione che le loro parole non son rotonde, ma bislunghe, fatte a losanghe, a triangolo isoscele, e per farle uscir di bocca bisogna storcer la bocca.
Oppure per la ragione che i Liguri le tengono fra i denti, e non le vogliono lasciare andare, e se le ciucciano, le mordono, e se le stringono fra le gengive, e quelle si divincolano, si dimenano, per uscire, finché escon di bocca unte e storte.
Oppure perché le parole liguri sono fatte come i pesci, e vogliono sgusciare di bocca, e conviene tenerle, perché il discorso venga fuori con le parole-lische e gli aggettivi, e i verbi al posto, l'un dietro l'altro secondo l'ordine dell'italiano.
Vivono in un paese stretto tra i monti e il mare, e non hanno posto per camminare, e perciò vanno in barca e solo per questo motivo son marinai, quando son marinai, poiché non è detto che siano tutti marinai, in grandissima parte son montanari o contadini, e coltivano l'olio, il grano, poco vino e fiori.
La maggior parte vive sui monti o in collina.
E la minor parte sta di casa sul mare, cammina stando attenta a non bagnarsi i piedi, così stretta è la riva, tanto che la sera i genovesi non escon di casa per paura di cascare nell'acqua."

Curzio Malaparte (Prato 1898 - Roma 1957)

Scritto donatomi dall'amico Gian Paolo Lanteri


1 commento:

Filo ha detto...

Una descrizione molto azzeccata! Ciao Pia