domenica 10 luglio 2011

I miserabili

Victor Hugo (1802 - 1885)

Ci sono momenti in cui l'onda dei pensieri sentenzia nette definizioni oppure ricorre a titoli di libri che sintetizzano con una parola il tutto. Ed è così che l'altro giorno sono approdata a I miserabili di Victor Hugo, il romanzo francese scritto nell'Ottocento dal grande scrittore. Hugo, oltre che descrivere la città di Parigi come espressione di una orgogliosa civiltà borghese, dedica in particolare le sue pagine ai bassifondi, alla canaglia, alla teppaglia, affrontando un faticoso ed esteso cammino verso il riscatto e la redenzione che possono partire dal basso. Nelle mie riflessioni, quella sintesi era attribuita all'uomo dei giorni nostri, che è molto spesso impotente e nullo nei confronti della società, della religione, della politica, dell'umanità e il più delle volte non ne è consapevole. Hugo confidava nel riscatto, oggi siamo illusi di essere già riscattati, eletti, mentre invece siamo di una assoluta precarietà e impotenza.
Siamo molto più "miserabili" di allora.


2 commenti:

cinema&libri ha detto...

L'umanità non cambia solo perché cambia la tecnica ... eppoi ci vorrebbe molto molto tempo. Stupenda la foto ( ehh, mica fatta con macchina fotografica 'digitale'... Nadar ? ).

Alberto ha detto...

Col tempo, anche i significati dei nomi, in questo caso degli aggettivi sostantivati, cambiano.